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Candidate experience: i vantaggi di un'esperienza positiva

Per assicurarsi di attirare i migliori talenti, ma anche per migliorare la reputazione del brand, è necessario da parte delle aziende uno sforzo in più.


Qualche mese fa avevamo approfondito il tema dell’Employer Branding, elencando alcuni dei vantaggi derivanti dall’adozione di una strategia di Employer Branding che capitalizza lo storytelling come strumento. Tra questi, la capacità di saper differenziarsi dai competitors creando contenuti unici, per risultare un Employer of Choice.

Tuttavia, per assicurarsi di attirare i migliori talenti, ma anche per migliorare la reputazione del brand, è necessario da parte delle aziende uno sforzo in più.

Sì, perché se è vero che l’Employer Branding è fondamentale, è altrettanto vero che le organizzazioni ne sono già ampiamente consapevoli. È sufficiente navigare tra le pagine Linkedin dei Top Employers Italia per rendersene conto. È facile capire come si discuta sul tema e quali siano i mezzi più innovativi per dare nuova linfa al proprio brand.

Cosa può fare quindi la differenza?

Per riassumere il concetto in maniera efficace, facciamo ricorso ad una espressione che non è sconosciuta agli addetti ai lavori: Candidate Experience.

 

Candidate Experience: cos’è e a che cosa serve

La Candidate Experience, ossia l'esperienza del candidato durante il processo di selezione e candidatura per una posizione lavorativa, è diventata sempre più importante per le aziende negli ultimi anni. Infatti, le organizzazioni hanno capito l'importanza di offrire un'esperienza positiva ai candidati, non solo per assicurarsi di attirare i migliori talenti, ma anche per migliorare la propria immagine e la soddisfazione generale dei dipendenti.

In Italia, le aziende Top Employers hanno dedicato attenzione negli anni a questo aspetto: nel 2024 il 71% ha introdotto un percorso di candidate journey, al fine di garantire che l’esperienza di assunzione (anche virtuale) sia semplificata e coinvolgente. Inoltre, Tra il 2021 e il 2024 si è registrato un incremento del +22.14% delle organizzazioni Top Employers che misurano l’esperienza del candidato in maniera strutturata per valutare e migliorare il processo di Talent Acquisition (61%, 2024) . Ma non solo; sono aumentate anche le aziende Top Employers che utilizzano il feedback del candidato sull’offerta di lavoro per allinearsi con i propri competitors e con il mercato (dal 2021 al 2024, +19%).

Non va inoltre dimenticato che la Candidate Experience coinvolge un bacino molto più ampio, perché si applica a tutti i candidati, nessuno escluso:

  • Coloro che ricevono un’offerta ma non accettano;
  • Coloro che non sono considerati per un secondo step di selezione;
  • Coloro che non ricevono un’offerta dopo essere stati selezionati per uno o più colloqui;
  • Coloro che sono collocati in una “waiting list”, perché considerati un buon fit, ma per un’altra posizione.

Secondo uno studio condotto da CareerPlug nel 2023, il 35% dei job seekers ha affermato di aver lasciato una recensione negativa dell’azienda online, dopo aver vissuto a loro volta un’esperienza negativa durante il processo di selezione. Ciò è significativo, poiché molte delle persone in cerca di lavoro abbandonano la ricerca di un’azienda dopo aver letto recensioni negative su siti di recensioni di datori di lavoro come Glassdoor e JobSage.

I vantaggi, per contro, possono dare uno slancio ulteriore non solo alla Talent Acquisition, ma allo sviluppo stesso del proprio business:

  • Incremento della Retention: un’esperienza positiva dall’inizio alla fine del processo permetterà di avere dipendenti più motivati e più legati all’azienda;
  • Calo del Turnover nel primo anno: l’esperienza positiva genera maggiore ingaggio ancor prima che il nuovo dipendente cominci il proprio percorso, evitando così un famoso incubo per molti HR managers: le dimissioni volontarie entro i primi 12 mesi.

Urge quindi una fotografia del proprio contesto, per poter comprendere come migliorare e quali azioni intraprendere, fornendo così un’esperienza positiva ai candidati.

 

Misurare la Candidate Experience

Il primo passo per misurare la Candidate Experience è avere un quadro più chiaro della  posizione attuale. La buona notizia è che tale attività risulta essere meno complessa di quello che sembra, oltre al fatto che esistono molti strumenti che possono aiutare durante il percorso. Ad esempio:

  • Survey sull’esperienza del candidato: con uno strumento di indagine come Survicate o SurveyMonkey, è possibile intervistare i nuovi assunti, i dipendenti esistenti così come i candidati che non sono riusciti a superare tutti gli step di selezione. Le opzioni sono diverse: NPS, pulse surveys, rating scale surveys;
  • Monitorare i siti di recensione dei datori di lavoro: siti web come Glassdoor, JobSage, Indeed e Google Reviews possono aiutare a dipingere un quadro accurato di come i candidati (e i dipendenti) percepiscono il processo di assunzione;
  • Monitorare le menzioni e i commenti sui social media: tools come Mention o Brand24 inviano una notifica ogni volta che il proprio brand viene menzionato online. Oltre alle applicazioni di questi tool nel campo del marketing, è possibile così tenere traccia dei feedback dei candidati. Grazie a questi strumenti infatti, è possibile anche effettuare una sentiment analysis;
  • Tracciare le principali metriche HR: è chiaro che un’esperienza positiva avrà delle ripercussioni anche sui principali KPI, quali il tasso di abbandono delle candidature, il tasso di turnover, l’attrition, la retention e altri ancora.

Va osservato che tale elenco è parziale, in quanto facente parte di un ventaglio di soluzioni disponibili più ampio per le aziende. Ciò nonostante è evidente come i tools digitali possano aiutare a tracciare concretamente la propria candidate experience e allo stesso tempo identificare possibili pain points da migliorare.

 

Considerazioni

E nel caso in cui questi strumenti non siano sufficienti o non all’altezza, è bene sottolineare che le interazioni con il candidato possono fare la differenza. Questo potrebbe avere delle conseguenze non solo sugli immediati bisogni di hiring, ma anche sull’intera pipeline della vostra organizzazione.

Ricordate, ogni interazione conta, anche per riaffermare i valori e la cultura aziendali. Investendo nella candidate experience, non si riempie solamente un posto vacante, ma si costruisce il futuro della propria organizzazione!